Camera pulpare
Quando si parla di camera pulpare ci si riferisce allo spazio interno del dente occupato dalla polpa dentale, limitato nella sua interezza dalla dentina tranne che a livello del forame o dei forami apicali. Topograficamente, questa cavità è divisa in due regioni: la porzione coronarica, che comprende la camera pulpare, e la porzione radicolare, che comprende il canale radicolare. Gli esperti in endodonzia sanno bene come l’apertura della camera pulpare si un passaggio molto importante per tutta la terapia inerente. La camera pulpare aperta è l’ideale per studiare l’anatomia canalare e permette un accesso migliore ai canali radicali. Di solito le aperture canalari dei denti si trovano sulla perpendicolare di una direttrice mesio-distale che passa per il centro della camera pulpare.
Camera pulpare dente: di che si tratta
Parlando di camera pulpare aperta si tenga presente che il dente è costituito da tre tessuti distinti: lo smalto, la dentina e la polpa. Quando parliamo di smalto e dentina parliamo dei cosiddetti tessuti duri del dente mentre quando parliamo di polpa dentaria ci riferiamo all’organo vitale del dente. Il dentista procede a eseguire una cavità di accesso, il che significa andare ad eliminare una parte di smalto e di dentina così da raggiungere facilmente la camera pulpare all’interno della quale si trova la polpa dentaria. Praticare una cavità di accesso comunque non è così semplice ed è una procedura del trattamento endodontico che andrà affrontata con la giusta professionalità in quanto particolarmente delicata. La corretta esecuzione dell'apertura camera pulpare consente di aumentare in modo sensibile la qualità del trattamento endodontico. Il dentista può utilizzare anche degli ingrandimenti come occhiali o microscopio operatorio così da reperire più facilmente gli imbocchi dei canali radicolari che possono essere anche molto piccoli e calcificati. L’obiettivo è quindi quello di identificare i canali radicali così da misurarne la lunghezza e poi procedere alle operazioni successive di sagomatura, detersione e otturazione.
Si tenga sempre presente che l’apertura camera pulpare dente viene eseguita sempre e solo dopo aver visionato la radiografia del dente così da capirne meglio l’anatomia. L’apertura camera pulpare si esegue sempre sulla superficie occlusale del dente e si approfondisce fino poi a incontrare la polpa dentaria. Sarà importante eseguire una apertura camera pulpare adeguata, quindi né troppo piccola né troppo grande e delle dimensioni adatte per controllare i canali radicolari che andranno trattati. Qualora questa apertura risultasse essere troppo piccola ci sarebbe il rischio concreto di non trovare gli imbocchi corretti dei canali radicolari con il rischio sempre presente di lasciare del tessuto necrotico all’interno della radice. Quando questo avviene, aumenta la probabilità di insuccesso del trattamento canalare. Anche una apertura troppo grande rappresenta comunque un problema in quanto rende poi necessaria la rimozione eccessiva del tessuto dentale causando così anche un indebolimento del dente che potrebbe rompersi o fratturarsi durante la masticazione.
Camera pulpare aperta: gli strumenti
A questo punto sarebbe del tutto normale domandarsi in che modo il dentista riesce a realizzare questa apertura camera pulpare. Di solito è proprio il dentista che sceglie gli strumenti più adeguati a seconda dei casi ma, solitamente, si utilizzano frese montate su una turbina ad alta velocità. In questo modo lo specialista riuscirà a rimuovere i tessuti più duri del dente come lo smalto e la dentina senza difficoltà. Questa procedura comunque non provoca di solito alcun dolore se è stata eseguita in modo corretto l’anestesia locale oppure se il dente risulta essere già necrotico. In un secondo momento il dentista procede a ricostruire l’apertura camera pulpare una volta terminato il trattamento canalare e dopo aver otturato i canali delle radici. La corretta cavità di accesso è una parte molto importante del trattamento canalare al punto che può arrivare a influenzare il 20-30% del risultato finale.
L’obiettivo dell’apertura camera pulpare è in fondo quello di aprire una via all’endodonto così da visionare gli imbocchi dei canali radicali e eseguire operazioni come otturazione, sagomatura e detersione. Quando la camera pulpare viene aperta in modo scorretto può capitare che il tessuto pulpare residuo finisca per contaminare lo spazio endodontico pregiudicando così la riuscita del trattamento. Per fortuna gli strumenti che oggi i dentisti hanno a disposizione consentono un approccio di tipo più conservativo e di preservare la massima quantità di tessuto dentale sano. La sezione radicolare del dente è suddivisibile in tubulare e laminare e permette a uno specialista di prevedere sia la forma che la posizione dei canali radicolari all’interno delle radici. L’obiettivo dell’apertura canale radicolare è comunque quello di consentire una esplorazione dettagliata dell’anatomia interna del dente. In fase di apertura camera pulpare il dentista dovrà anche rimuovere il tessuto organico pulpare e di eventuali calcificazioni. Sia la forma che la grandezza effettiva della cavità devono permettere di ispezionare le pareti e il pavimento camerale, evitando così possibili problemi causati dal tessuto infetto di cui abbiamo già parzialmente parlato.
Camera pulpare dente: di che si tratta
Parlando di camera pulpare aperta si tenga presente che il dente è costituito da tre tessuti distinti: lo smalto, la dentina e la polpa. Quando parliamo di smalto e dentina parliamo dei cosiddetti tessuti duri del dente mentre quando parliamo di polpa dentaria ci riferiamo all’organo vitale del dente. Il dentista procede a eseguire una cavità di accesso, il che significa andare ad eliminare una parte di smalto e di dentina così da raggiungere facilmente la camera pulpare all’interno della quale si trova la polpa dentaria. Praticare una cavità di accesso comunque non è così semplice ed è una procedura del trattamento endodontico che andrà affrontata con la giusta professionalità in quanto particolarmente delicata. La corretta esecuzione dell'apertura camera pulpare consente di aumentare in modo sensibile la qualità del trattamento endodontico. Il dentista può utilizzare anche degli ingrandimenti come occhiali o microscopio operatorio così da reperire più facilmente gli imbocchi dei canali radicolari che possono essere anche molto piccoli e calcificati. L’obiettivo è quindi quello di identificare i canali radicali così da misurarne la lunghezza e poi procedere alle operazioni successive di sagomatura, detersione e otturazione.
Si tenga sempre presente che l’apertura camera pulpare dente viene eseguita sempre e solo dopo aver visionato la radiografia del dente così da capirne meglio l’anatomia. L’apertura camera pulpare si esegue sempre sulla superficie occlusale del dente e si approfondisce fino poi a incontrare la polpa dentaria. Sarà importante eseguire una apertura camera pulpare adeguata, quindi né troppo piccola né troppo grande e delle dimensioni adatte per controllare i canali radicolari che andranno trattati. Qualora questa apertura risultasse essere troppo piccola ci sarebbe il rischio concreto di non trovare gli imbocchi corretti dei canali radicolari con il rischio sempre presente di lasciare del tessuto necrotico all’interno della radice. Quando questo avviene, aumenta la probabilità di insuccesso del trattamento canalare. Anche una apertura troppo grande rappresenta comunque un problema in quanto rende poi necessaria la rimozione eccessiva del tessuto dentale causando così anche un indebolimento del dente che potrebbe rompersi o fratturarsi durante la masticazione.
Camera pulpare aperta: gli strumenti
A questo punto sarebbe del tutto normale domandarsi in che modo il dentista riesce a realizzare questa apertura camera pulpare. Di solito è proprio il dentista che sceglie gli strumenti più adeguati a seconda dei casi ma, solitamente, si utilizzano frese montate su una turbina ad alta velocità. In questo modo lo specialista riuscirà a rimuovere i tessuti più duri del dente come lo smalto e la dentina senza difficoltà. Questa procedura comunque non provoca di solito alcun dolore se è stata eseguita in modo corretto l’anestesia locale oppure se il dente risulta essere già necrotico. In un secondo momento il dentista procede a ricostruire l’apertura camera pulpare una volta terminato il trattamento canalare e dopo aver otturato i canali delle radici. La corretta cavità di accesso è una parte molto importante del trattamento canalare al punto che può arrivare a influenzare il 20-30% del risultato finale.
L’obiettivo dell’apertura camera pulpare è in fondo quello di aprire una via all’endodonto così da visionare gli imbocchi dei canali radicali e eseguire operazioni come otturazione, sagomatura e detersione. Quando la camera pulpare viene aperta in modo scorretto può capitare che il tessuto pulpare residuo finisca per contaminare lo spazio endodontico pregiudicando così la riuscita del trattamento. Per fortuna gli strumenti che oggi i dentisti hanno a disposizione consentono un approccio di tipo più conservativo e di preservare la massima quantità di tessuto dentale sano. La sezione radicolare del dente è suddivisibile in tubulare e laminare e permette a uno specialista di prevedere sia la forma che la posizione dei canali radicolari all’interno delle radici. L’obiettivo dell’apertura canale radicolare è comunque quello di consentire una esplorazione dettagliata dell’anatomia interna del dente. In fase di apertura camera pulpare il dentista dovrà anche rimuovere il tessuto organico pulpare e di eventuali calcificazioni. Sia la forma che la grandezza effettiva della cavità devono permettere di ispezionare le pareti e il pavimento camerale, evitando così possibili problemi causati dal tessuto infetto di cui abbiamo già parzialmente parlato.
