Detrazione dentista
Le spese dentistiche possono essere molto impattanti sul bilancio familiare, non sorprende quindi che siano moltissime le persone che ricercano informazioni sulla detrazione dentista. La detrazione dentista è una importante opportunità in quanto ci consente di detrarre parzialmente o totalmente l’imposta, l’aliquota o altro onere che grava su determinati prodotti. La detrazione dentista può essere applicata solo per alcune categorie di persone. La detrazione spese dentista, oculista e altre visite specialistiche spetta anche per le cure dei medici specializzati. Essedo la parcella del dentista molto costosa è importante sapere se è possibile fruire della detrazione dentista ai fini IRPEF così da avere un piccolo risparmio nella dichiarazione dei redditi. La detrazione dentista della parcella è quindi possibile e avverrà indicando la spesa sostenuta per ciascun periodo di imposta nella dichiarazione dei redditi. Nei prossimi paragrafi spiegheremo in che cosa consiste la detrazione spese dentistiche e come fare a fruirne per ottenere un risparmio importante.
Detrazioni fiscali spese dentista: cosa sapere
Parlando di detrazione spese dentistiche bisognerà aver cura di richiedere al dentista al momento del pagamento il rilascio della ricevuta fiscale con tanto di codice fiscale del paziente. L’anno successivo bisognerà portare la ricevuta o la fattura al Caf o al commercialista e conservarla per almeno cinque anni. Ma quali sono esattamente le spese del dentista che è possibile detrarre fiscalmente? Dal momento che esistono moltissime tipologie diverse di spese mediche è bene cercare di fare chiarezza.
Detrazione dentista: quali sono le spese incluse
La detrazione dentista include tutta una serie di trattamenti come cure dentarie, carie, capsule, interventi chirurgici, ponti, capsule, devitalizzazioni, apparecchi odontoiatrici, sbiancamento e pulizia denti. In caso di pulizia dei denti non dovrebbero esserci profili di contestazione o di accertamento fiscale da parte dell’agenzia delle entrate. Potrebbe esserci solo qualche problema con la detrazione dentista per quanto riguarda trattamenti come lo sbiancamento o comunque trattamenti estetici in quanto non sono considerati interventi diretti a curare una specifica patologia. Si consideri poi che il limite massimo di spese detraibili fiscalmente per ciascun anno per familiari non a carico fiscalmente è di 6197,48 euro. Nel caso in cui questo limite dovesse essere superato ma non dovesse eccedere i 15.493,71 euro, allora sarà possibile indicare nella dichiarazione dei redditi un quarto di quest’importo. Le restanti quote dovranno invece essere riportate nelle dichiarazioni dei redditi successive in parti uguali.
Detrazione dentista: dove si inseriscono le spese dentistiche
Le spese mediche che sono sostenute dal dentista o dall’odontoiatra per l’acquisto di apparecchi dentali rientrano a pieno titolo tra le spese che sarà possibile portare in detrazione fiscale ai fini IRPEF con le altre spese mediche. La detrazione fiscale avviene dando la tessera sanitaria alla struttura sanitaria quando si paga. Così facendo lo studio dentistico dovrà emettere una fattura che riporterà il codice fiscale del soggetto che ha sostenuto la spesa medica.
Detrazioni fiscali spese dentista: tutte le informazioni
In conclusione parlando di detrazione dentista dobbiamo dire che le spese mediche di qualsiasi tipo danno diritto a una detrazione di imposta del 19% sull’importo che supera la franchigia di 129,11 euro. Il contribuente dovrà sommare tutte le spese sostenute e sottrarre i 129,11 euro. La detrazione spettante sarà quindi sempre del 19% dell’importo così ottenuto. Nel caso in cui le spese sostenute nel corso dell’anno non dovessero superare l’importo della franchigia, non si avrà diritto ad alcuna detrazione. Ricordiamo che la detrazione dentista si applica sull’intera spesa senza togliere alcun importo solo se riguarda i mezzi necessari all’accompagnamento, alla deambulazione, alla locomozione a al sollevamento di portatori di handicap. Rientrano nella lista anche l’acquisto di sussidi tecnici e informatici che sono volti a facilitare l’autosufficienza dei pazienti e la loro possibilità di integrazione. In caso di spese mediche su cui è prevista la detrazione del 19% possono essere considerate nel calcolo anche le spese rimborsate dalla compagnia assicuratrice a seguito di polizze stipulate tra dipendente e datore di lavoro.
Nel caso in cui le spese sanitarie sostenute dovessero superare, nel corso dell’anno, il limite di 15.493,71 euro, sarà possibile ripartire la detrazione spettante in quattro quote annuali di importo uguale. Ricordiamo che il superamento del limite dovrà essere verificato considerando l’ammontare complessivo delle spese sostenute nel corso dell’anno e senza togliere la franchigia di 129,11 euro. I soggetti che vorrebbero usufruire della detrazione dentista dovranno essere in possesso della documentazione certificante la spesa, e quindi di fatture, parcelle e scontrini. A partire dal 2010 le cose sono un po' cambiate in materia di detrazione dentista in quanto, a partire da questa data, lo scontrino non dovrà più indicare la denominazione commerciale del farmaco bensì il numero di autorizzazione all’immissione in commercio (AIC). La detrazione dentista è del 19% e spetta alle spese sanitarie che sono sostenute per l’assistenza specifica resa da personale in possesso di qualifica specialistica. La detrazione spetta sull’importo che eccede i 129,11 euro senza limiti di spesa e riguarda quinti tutte le persone che hanno bisogno di assistenza specialistica.
Detrazioni fiscali spese dentista: cosa sapere
Parlando di detrazione spese dentistiche bisognerà aver cura di richiedere al dentista al momento del pagamento il rilascio della ricevuta fiscale con tanto di codice fiscale del paziente. L’anno successivo bisognerà portare la ricevuta o la fattura al Caf o al commercialista e conservarla per almeno cinque anni. Ma quali sono esattamente le spese del dentista che è possibile detrarre fiscalmente? Dal momento che esistono moltissime tipologie diverse di spese mediche è bene cercare di fare chiarezza.
Detrazione dentista: quali sono le spese incluse
La detrazione dentista include tutta una serie di trattamenti come cure dentarie, carie, capsule, interventi chirurgici, ponti, capsule, devitalizzazioni, apparecchi odontoiatrici, sbiancamento e pulizia denti. In caso di pulizia dei denti non dovrebbero esserci profili di contestazione o di accertamento fiscale da parte dell’agenzia delle entrate. Potrebbe esserci solo qualche problema con la detrazione dentista per quanto riguarda trattamenti come lo sbiancamento o comunque trattamenti estetici in quanto non sono considerati interventi diretti a curare una specifica patologia. Si consideri poi che il limite massimo di spese detraibili fiscalmente per ciascun anno per familiari non a carico fiscalmente è di 6197,48 euro. Nel caso in cui questo limite dovesse essere superato ma non dovesse eccedere i 15.493,71 euro, allora sarà possibile indicare nella dichiarazione dei redditi un quarto di quest’importo. Le restanti quote dovranno invece essere riportate nelle dichiarazioni dei redditi successive in parti uguali.
Detrazione dentista: dove si inseriscono le spese dentistiche
Le spese mediche che sono sostenute dal dentista o dall’odontoiatra per l’acquisto di apparecchi dentali rientrano a pieno titolo tra le spese che sarà possibile portare in detrazione fiscale ai fini IRPEF con le altre spese mediche. La detrazione fiscale avviene dando la tessera sanitaria alla struttura sanitaria quando si paga. Così facendo lo studio dentistico dovrà emettere una fattura che riporterà il codice fiscale del soggetto che ha sostenuto la spesa medica.
Detrazioni fiscali spese dentista: tutte le informazioni
In conclusione parlando di detrazione dentista dobbiamo dire che le spese mediche di qualsiasi tipo danno diritto a una detrazione di imposta del 19% sull’importo che supera la franchigia di 129,11 euro. Il contribuente dovrà sommare tutte le spese sostenute e sottrarre i 129,11 euro. La detrazione spettante sarà quindi sempre del 19% dell’importo così ottenuto. Nel caso in cui le spese sostenute nel corso dell’anno non dovessero superare l’importo della franchigia, non si avrà diritto ad alcuna detrazione. Ricordiamo che la detrazione dentista si applica sull’intera spesa senza togliere alcun importo solo se riguarda i mezzi necessari all’accompagnamento, alla deambulazione, alla locomozione a al sollevamento di portatori di handicap. Rientrano nella lista anche l’acquisto di sussidi tecnici e informatici che sono volti a facilitare l’autosufficienza dei pazienti e la loro possibilità di integrazione. In caso di spese mediche su cui è prevista la detrazione del 19% possono essere considerate nel calcolo anche le spese rimborsate dalla compagnia assicuratrice a seguito di polizze stipulate tra dipendente e datore di lavoro.
Nel caso in cui le spese sanitarie sostenute dovessero superare, nel corso dell’anno, il limite di 15.493,71 euro, sarà possibile ripartire la detrazione spettante in quattro quote annuali di importo uguale. Ricordiamo che il superamento del limite dovrà essere verificato considerando l’ammontare complessivo delle spese sostenute nel corso dell’anno e senza togliere la franchigia di 129,11 euro. I soggetti che vorrebbero usufruire della detrazione dentista dovranno essere in possesso della documentazione certificante la spesa, e quindi di fatture, parcelle e scontrini. A partire dal 2010 le cose sono un po' cambiate in materia di detrazione dentista in quanto, a partire da questa data, lo scontrino non dovrà più indicare la denominazione commerciale del farmaco bensì il numero di autorizzazione all’immissione in commercio (AIC). La detrazione dentista è del 19% e spetta alle spese sanitarie che sono sostenute per l’assistenza specifica resa da personale in possesso di qualifica specialistica. La detrazione spetta sull’importo che eccede i 129,11 euro senza limiti di spesa e riguarda quinti tutte le persone che hanno bisogno di assistenza specialistica.
