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Elettrobisturi

L’elettrobisturi o bisturi elettrico è uno strumento utilizzato nella chirurgia moderna che non può mancare nei migliori studi dentistici. Per capire l’elettrobisturi cos’è dobbiamo pensare a uno strumento che utilizza correnti elettriche ad alta frequenza per tagliare e coagulare i tessuti e quindi per realizzare quelle che in ambito odontoiatrico vengono chiamate procedure di elettrochirurgia.

L’elettrobisturi comprende un generatore cosiddetto elettrochirurgico con cui riesce a trasformare l’energia elettrica in corrente ad alta frequenza. Inoltre questo generatore viene azionato da un comando specifico ed è collegato all’elettrodo attivo che, entrando in contatto con i tessuti, crea un effetto termico importante. Esistono diversi modelli di bisturi elettrico dentista che hanno chiaramente funzionalità diverse. Il dentista sceglierà l’elettrobisturi più adatto anche in base alle procedure chirurgiche da seguire con ciascun paziente. Nei prossimi paragrafi faremo una panoramica completa delle potenzialità e delle modalità d’uso dell’elettrobisturi.

Le diverse tipologie esistenti di elettrobisturi

Non esiste un unico tipo di elettrobisturi odontoiatria. Ad esempio a seconda dei casi lo specialista potrà orientarsi su un elettrobisturi a radiofrequenza o ad ultrasuoni. Quello a radiofrequenza è probabilmente il più comune e trasforma la corrente della rete elettrica in corrente ad alta frequenza superiore ai 200 kHZ. L’elettrobisturi a ultrasuoni invece ha dei manipoli ad ultrasuoni e un generatore di onde ultrasoniche mentre quello cosiddetto a risonanza molecolare utilizza delle onde ad alta frequenza che interagiscono con i tessuti ma senza produrre calore. Quest’ultima tecnica è poco invasiva poiché l’alterazione dei tessuti avviene a livello molecolare. Sarà ovviamente il dentista a scegliere quale tipologia di elettrobisturi utilizzare a seconda dei casi.

Elettrobisturi: come funziona

Ma come funziona esattamente un elettrobisturi? Per rispondere a questa domanda dobbiamo prima chiarire che l’elettrobisturi viene utilizzato dallo specialista per tagliare e coagulare i tessuti. L’elettrobisturi che utilizza l’elettrochirurgia monopolare si avvale per il suo funzionamento di un unico elettrodo attivo che entra in contatto con il tessuto a cui trasmette la corrente ad alta frequenza dal generatore. In sostanza abbiamo una elevata concentrazione di corrente su una piccola area di tessuto. La corrente poi attraversa il corpo del paziente e arriva all’elettrodo neutro chiudendo il circuito elettrico senza rischi. Questa tecnica viene utilizzata soprattutto per l’asciugatura di grandi quantità di tessuto ma è pur vero che ha anche un maggior rischio di elettrocuzione. Solitamente questa tipologia di elettrochirurgia viene sconsigliata ai pazienti con pacemaker. Viceversa l’elettrochirurgia bipolare è quella ad alta frequenza che viene trasmessa da un elettrodo attivo ed esce attraverso un elettrodo neutro che si trova accanto a quello attivo.

Elettrobisturi e procedure chirurgiche

Il dentista che utilizza un elettrobisturi o bisturi elettrico potrà eseguire diversi interventi come quelli endoscopici, cardiaci, odontoiatrici ed estetici. La chirurgia endoscopica ad esempio è mininvasiva e i dentisti possono usare l’elettrobisturi per eseguire un taglio con elettrochirurgia bipolare. Si utilizza l’elettrobisturi anche per quanto riguarda la chirurgia orale. Nello specifico l’elettrobisturi serve a rimuovere i tumori esofitici dai tessuti molli del cavo orale.

Elettrobisturi: possibili rischi

Ma quali sono i rischi associati all’elettrobisturi? Per quanto si tratti di uno strumento assolutamente sicuro l’uso dell’elettrobisturi potrebbe comportare dei rischi per pazienti e chirurghi. L’elettrobisturi comunque potrebbe comportare alcuni rischi come quelli di ustione legati all’uso di corrente ad alta frequenza o rischi di incendio dovuti alla presenza di liquidi o gas combustibili in sala operatoria. Si consideri poi che l’effetto termico dell’elettrobisturi dipende da diversi fattori come la forma dell’elettrodo, il grado di modulazione e l’intensità di corrente e potenza di uscita. Nel punto di contatto tra elettrodo attivo e cute la corrente sviluppa grandi quantità di calore e può avere due funzioni: di taglio e di coagulazione.

Nel primo caso la corrente passa mediante i tessuti e non esercita pressione meccanica. Nel secondo caso invece il sanguinamento dei piccoli vasi si arresta mediante il surriscaldamento del tessuto con elettrodo attivo. Il miglior elettrobisturi deve anche avere un sistema di sicurezza che controlla la quantità e la qualità del contatto elettrodo di ritorno-paziente. L’apparecchio è in grado di riconoscere un potenziale rischio di bruciatura per il paziente interrompendo così subito l’erogazione di energia. Ci sono elettrobisturi moderni dotati di interfaccia touch screen e che consentono di utilizzare fino a tre strumenti nello stesso intervento.

Elettrobisturi: punti di forza

In conclusione possiamo dire che l’elettrobisturi viene largamente utilizzato in chirurgia per via del suo forte potere coagulante e cauterizzante in grado di bloccare subito le emorragie a contatto con i vasi sanguigni. L’effetto termico dell’elettrobisturi sul tessuto porterà a differenti trasformazioni sulle cellule a seconda della temperatura raggiunta. Ad esempio con temperature inferiori ai 100° l’evaporazione dell’acqua contenuta nelle cellule permette di contrastare il sanguinamento. A temperature maggiori invece avremo la distruzione della cellula e quindi il taglio del tessuto. In caso poi di elettrobisturi con temperatura molto superiore ai 100° sarà possibile ottenere senza rischi la carbonizzazione del tessuto (cauterizzazione), una soluzione molto utilizzata in dermatologia per distruggere parti di tessuto.
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