Marconiterapia
Tra le diverse terapie innovative disponibili anche per l’ambiente odontoiatrico abbiamo la marconiterapia. Spesso marconiterapia e artrosi mandibola vanno di pari passo e molti studi dentistici utilizzano questo genere di terapia. La marconiterapia è una varietà di elettroterapia con correnti ad alta frequenza e viene anche detta come terapia a onde corte. In sostanza quindi per marconiterapia intendiamo un procedimento terapeutico che consiste nel sottoporre parti di un organismo umano all’azione di onde elettromagnetiche ultracorte ad alta frequenza.
La marconiterapia è utile in caso di artrosi mandibolare e infatti la marconiterapia trova impiego nella patologia dele articolazioni e anche nei postumi di lussazione o fratture con conseguente immobilizzazione. Non solo, la marconiterapia potrà essere utilizzata con successo anche in nevralgie, sciatalgie o paralisi periferiche del nervo facciale. Nei prossimi paragrafi cercheremo di capire che cosa si intende per marconiterapia e quali sono le sue applicazioni.
Artrite infettiva mandibola: cosa sapere
Abbiamo visto come la marconiterapia sia un ottimo rimedio in caso di artrosi mandibola. L’infezione dell’articolazione temporo-mandibolare potrebbe derivare anche dalla diffusione di una infezione vicina oppure da un fattore ematogeno di microrganismi che vengono portati dal sangue. L’area articolare si infiamma e anche i movimenti della mandibola subiscono delle limitazioni e diventano molto dolorosi. Solitamente la diagnosi dell’artrite mandibola avviene per via dei segni dell’infezione.
In caso il dentista dovesse sospettare un’artrite suppurativa dovrebbe procedere con una artrocentesi per confermare la diagnosi e identificare subito i microrganismi responsabili. In questi casi si dovrà fare rapidamente la diagnosi per prevenire un danno articolare permanente. Il trattamento comprende anche antibiotici, idratazione adeguata e controllo del dolore e limitazione del movimento. Dopo aver controllato l’infezione si tenga presente che gli esercizi passivi di apertura della mandibola contribuiscono a prevenire la cicatrizzazione e anche le limitazioni nel movimento.
Diatermia a onde corte: cosa sapere
Negli studi dentistici si utilizza anche la diatermia a onde corte. Si tratta di radiazioni elettromagnetiche di lunghezza d’onda variabile. Il potere di penetrazione all’interno dei tessuti biologici è comunque inferiore rispetto alle onde corte. Il calore comunque si genera di solito fino a 3 centimetri di profondità e l’assorbimento è inversamente proporzionale alla frequenza e direttamente proporzionale alla lunghezza d’onda. Nella marconiterapia si utilizza la cosiddetta banda HF che ha una frequenza di 27 MHz e una lunghezza d’onda di 11 metri. I cosiddetti generatori HF sono costituiti tutti da un condensatore a bassa resistenza anche detto oscillatore che deve lavorare alla frequenza desiderata. La corrente che viene generata per induzione elettromagnetica produce poi una seconda corrente ad alta frequenza che viene erogata al paziente.
Marconiterapia e dentista: gli effetti biologici
La marconiterapia utilizza frequenze ben precise a 27 MHz alle quali non si assiste a eccitabilità neuromuscolare. In questi casi abbiamo un effetto Joule, un effetto termico di trasferimento di energia cinetica sotto forma di calore. Per quanto riguarda gli effetti locali si assiste alla vasodilatazione e a un effetto detto di ipoalgesia o riduzione del dolore. Abbiamo poi gli effetti sistemici con la marconiterapia che induce una accelerazione del metabolismo dell’organismo generato dall’aumento di calore.
Marconiterapia: modalità di utilizzo
Se parliamo di marconiterapia la potenza di erogazione varia fino a raggiungere un massimo di 400 W in erogazione continua a un massimo di 1000 W in erogazione pulsata. Solitamente la durata del trattamento si aggira sui 20 minuti anche se ci sono due minicicli consecutivi di circa 10 minuti ciascuno. La regolazione della potenza viene poi basata maggiormente sulla sensazione di calore avvertita dal paziente. Quasi sempre si parte con delle potenze di 10-20 W. Ci sono comunque ben due diverse modalità di utilizzo, la modalità cosiddetta induttiva e quella capacitativa. Con la modalità induttiva della marconiterapia si utilizza un solo elettrodo che potrà essere applicato in due diverse modalità. Con la modalità a spirale, ad esempio, il conduttore ha una forma tubolare flessibile che consente di avvolgersi intorno alla regione da trattare.
Marconiterapia: le indicazioni terapeutiche
La marconiterapia si utilizza per trattare diversi disturbi in modo molto efficace che vanno da alterazioni circolatorie fino a infiammazioni, infezioni e artrosi. In questo caso però sarà utile solo in fase cronica e con attiva flogosi. La marconiterapia servirà anche a curare al meglio infiammazioni croniche in quanto sembrerebbe favorire l’attivazione metabolica di strutture profonde. Per quanto riguarda le controindicazioni la marconiterapia non è indicata in caso di gravidanza, per portatori di protesi acustiche, per pazienti obesi oppure in caso di neoplasie maligne o cartilagini in accrescimento. Ci sono anche una serie di effetti collaterali collegati alla marconiterapia come ad esempio vertigine e ustione.
La vertigine è un effetto occasionale provocato da una alterazione dell’omeostasi all’interno dei canali semicircolari dell’orecchio che, per intenderci, sono quelli responsabili del mantenimento dell’equilibrio. Il campo elettromagnetico prodotto dagli elettrodi non rimane confinato nella zona sede del trattamento. Una parte dell’energia viene poi dispersa nell’ambiente vicino. Al momento però non ci sono collegamenti tra marconiterapia e patologie professionali.
La marconiterapia è utile in caso di artrosi mandibolare e infatti la marconiterapia trova impiego nella patologia dele articolazioni e anche nei postumi di lussazione o fratture con conseguente immobilizzazione. Non solo, la marconiterapia potrà essere utilizzata con successo anche in nevralgie, sciatalgie o paralisi periferiche del nervo facciale. Nei prossimi paragrafi cercheremo di capire che cosa si intende per marconiterapia e quali sono le sue applicazioni.
Artrite infettiva mandibola: cosa sapere
Abbiamo visto come la marconiterapia sia un ottimo rimedio in caso di artrosi mandibola. L’infezione dell’articolazione temporo-mandibolare potrebbe derivare anche dalla diffusione di una infezione vicina oppure da un fattore ematogeno di microrganismi che vengono portati dal sangue. L’area articolare si infiamma e anche i movimenti della mandibola subiscono delle limitazioni e diventano molto dolorosi. Solitamente la diagnosi dell’artrite mandibola avviene per via dei segni dell’infezione.
In caso il dentista dovesse sospettare un’artrite suppurativa dovrebbe procedere con una artrocentesi per confermare la diagnosi e identificare subito i microrganismi responsabili. In questi casi si dovrà fare rapidamente la diagnosi per prevenire un danno articolare permanente. Il trattamento comprende anche antibiotici, idratazione adeguata e controllo del dolore e limitazione del movimento. Dopo aver controllato l’infezione si tenga presente che gli esercizi passivi di apertura della mandibola contribuiscono a prevenire la cicatrizzazione e anche le limitazioni nel movimento.
Diatermia a onde corte: cosa sapere
Negli studi dentistici si utilizza anche la diatermia a onde corte. Si tratta di radiazioni elettromagnetiche di lunghezza d’onda variabile. Il potere di penetrazione all’interno dei tessuti biologici è comunque inferiore rispetto alle onde corte. Il calore comunque si genera di solito fino a 3 centimetri di profondità e l’assorbimento è inversamente proporzionale alla frequenza e direttamente proporzionale alla lunghezza d’onda. Nella marconiterapia si utilizza la cosiddetta banda HF che ha una frequenza di 27 MHz e una lunghezza d’onda di 11 metri. I cosiddetti generatori HF sono costituiti tutti da un condensatore a bassa resistenza anche detto oscillatore che deve lavorare alla frequenza desiderata. La corrente che viene generata per induzione elettromagnetica produce poi una seconda corrente ad alta frequenza che viene erogata al paziente.
Marconiterapia e dentista: gli effetti biologici
La marconiterapia utilizza frequenze ben precise a 27 MHz alle quali non si assiste a eccitabilità neuromuscolare. In questi casi abbiamo un effetto Joule, un effetto termico di trasferimento di energia cinetica sotto forma di calore. Per quanto riguarda gli effetti locali si assiste alla vasodilatazione e a un effetto detto di ipoalgesia o riduzione del dolore. Abbiamo poi gli effetti sistemici con la marconiterapia che induce una accelerazione del metabolismo dell’organismo generato dall’aumento di calore.
Marconiterapia: modalità di utilizzo
Se parliamo di marconiterapia la potenza di erogazione varia fino a raggiungere un massimo di 400 W in erogazione continua a un massimo di 1000 W in erogazione pulsata. Solitamente la durata del trattamento si aggira sui 20 minuti anche se ci sono due minicicli consecutivi di circa 10 minuti ciascuno. La regolazione della potenza viene poi basata maggiormente sulla sensazione di calore avvertita dal paziente. Quasi sempre si parte con delle potenze di 10-20 W. Ci sono comunque ben due diverse modalità di utilizzo, la modalità cosiddetta induttiva e quella capacitativa. Con la modalità induttiva della marconiterapia si utilizza un solo elettrodo che potrà essere applicato in due diverse modalità. Con la modalità a spirale, ad esempio, il conduttore ha una forma tubolare flessibile che consente di avvolgersi intorno alla regione da trattare.
Marconiterapia: le indicazioni terapeutiche
La marconiterapia si utilizza per trattare diversi disturbi in modo molto efficace che vanno da alterazioni circolatorie fino a infiammazioni, infezioni e artrosi. In questo caso però sarà utile solo in fase cronica e con attiva flogosi. La marconiterapia servirà anche a curare al meglio infiammazioni croniche in quanto sembrerebbe favorire l’attivazione metabolica di strutture profonde. Per quanto riguarda le controindicazioni la marconiterapia non è indicata in caso di gravidanza, per portatori di protesi acustiche, per pazienti obesi oppure in caso di neoplasie maligne o cartilagini in accrescimento. Ci sono anche una serie di effetti collaterali collegati alla marconiterapia come ad esempio vertigine e ustione.
La vertigine è un effetto occasionale provocato da una alterazione dell’omeostasi all’interno dei canali semicircolari dell’orecchio che, per intenderci, sono quelli responsabili del mantenimento dell’equilibrio. Il campo elettromagnetico prodotto dagli elettrodi non rimane confinato nella zona sede del trattamento. Una parte dell’energia viene poi dispersa nell’ambiente vicino. Al momento però non ci sono collegamenti tra marconiterapia e patologie professionali.
