Ponte dentale da 20 anni
Spesso si presentano negli studi dentistici dei pazienti che hanno un ponte dentale da 20 anni. Avere un ponte dentale da 30 anni o più è un rischio anche perché, con il tempo, potrebbe causare dei problemi. Spesso chi ha un impianto dentale dopo 20 anni deve fare i conti con il rischio di problemi vari, non a caso si procede spesso con una riabilitazione con impianti poiché dopo qualche anno i monconi dentali che supportano il ponte potrebbero non essere più recuperabili. Quando si ha un ponte dentale da 20 anni è facile constatare ad un primo sguardo che i vecchi monconi a cui era ancorato il ponte sono danneggiati.
In questi casi bisognerebbe quindi procedere alla loro estrazione. La zona dove posizionare gli impianti presenta nei pazienti che hanno un ponte dentale da 20 anni una quantità ridotta di osso residuo. Questo poiché i seni mascellari si sono espansi. I dentisti suggeriscono in questi casi un rialzo del seno mascellare con innesto osseo. Una volta rimossi i denti nella zona dei premolari si dovranno inserire gli impianti direttamente negli alveoli post-estrattivi, ovvero nelle cavità rimaste dopo l’estrazione dei denti. In questo articolo vedremo dunque quali rischi ci possono essere per i pazineti che hanno un impianto dentale dopo 20 anni e cosa fare in questi casi.
Ponte dentale dopo 20 anni: quali sono i rischi
Nei pazienti che hanno ponte dentale da 20 anni subentrano alcuni problemi e i dentisti cercano, ove possibile, di evitare interventi invasivi come appunto il rialzo del seno mascellare o gli innesti ossei. Una TAC Cone Beam effettuata al paziente consente di valutare la quantità di osso residuo per il posizionamento degli impianti. Dopo l’anestesia locale al paziente che ha ponte dentale da 20 anni vengono estratti i denti residui e vengono inseriti degli impianti negli alveoli post-estrattivi del mascellare. I pazienti che vengono trattati con questa tecnica ottengono diversi benefici come la minima invasività chirurgica, tempi di guarigione ridotti, ottimale guarigione dei tessuti gengivali, assenza di sintomatologia dolorosa post-operatoria e riduzione generale dei rischi chirurgici. In conclusione questi interventi consentono di evitare il rialzo bilaterale del seno mascellare con innesto osseo e di poter accedere a un carico immediato, ovvero in una riabilitazione provvisoria nel giro di poche ore.
Ponte dentale da 20 anni: le diverse tipologie
I ponti dentali servono a ripristinare l’aspetto naturale in caso di perdita dei denti in diverse aree della bocca. Un ponte dentale tradizionale è costituito da 3 o 4 corone consecutive. Affinché un ponte tradizionale sia adatto al paziente, si dovrà avere un dente sano a ciascuna estremità dello spazio vuoto in quanto il dentista fissa le corone al dente o all'impianto dentale ad entrambe le estremità. Quindi, se il ponte è composto da 4 corone, due di esse saranno nel mezzo riempiendo gli spazi mentre il primo e l'ultimo verranno cementati sui denti vicini o sugli impianti. Il tradizionale ponte dentale è più adatto per i denti posteriori. Il ponte dentale del Maryland ha la forma di un dente con metalli su ogni lato che sembrano ali. Il Maryland Bridge riempie un vuoto ed è ancorato ad esso cementando le sue ali alla parte posteriore dei denti adiacenti ad esso. Come con un ponte tradizionale in questo caso si avrà bisogno di denti o di un impianto dentale su ciascun lato dello spazio vuoto. Il ponte Maryland è il migliore per i denti anteriori, che sono visibili quando sorridi. Questo perché non sono abbastanza forti da resistere alla pressione a cui resistono i molari. In un ponte a sbalzo la struttura ha la forma di un dente attaccato a una corona dentale. Il dente riempie uno spazio vuoto ed è ancorato mediante cementazione della corona adiacente ad un dente adiacente o impianto dentale. Il ponte a sbalzo è il migliore per i canini o per i denti adiacenti. Sono adatti solo se ti manca un solo dente. Non funzionano per i denti posteriori perché la pressione e la forza che i molari gestiscono sono immense. In altre parole, un ponte a sbalzo non può resistere a quella forza. La procedura inizia con una valutazione iniziale della salute orale del paziente da parte del dentista. Avere un ponte dentale da 20 anni significa che bisogna andare quanto prima dal dentista per valutare una sostituzione. Un ponte dentale infatti ha una vita utile massima di 15 anni, simile a quella degli impianti dentali. Ma ci sono molti fattori, come cure improprie e scarsa igiene dentale, che possono influenzare la durata di un ponte.
Ponte dentale da 20 anni: la longevità di un ponte dentale
Un ponte dentale ha una vita utile massima di 15 anni, simile a quella degli impianti dentali. Ma ci sono molti fattori, come cure improprie e scarsa igiene dentale, che possono influenzare la durata di un ponte. Un ponte dentale è un trattamento restaurativo che sostituisce i denti mancanti. In questo modo si potranno risolvere molteplici problemi causati dalla perdita dei denti. È difficile standardizzare i costi dei trattamenti con ponti dentali. Questo perché dipenderà dal tipo di materiale scelto, nonché dalla tecnica.
In questi casi bisognerebbe quindi procedere alla loro estrazione. La zona dove posizionare gli impianti presenta nei pazienti che hanno un ponte dentale da 20 anni una quantità ridotta di osso residuo. Questo poiché i seni mascellari si sono espansi. I dentisti suggeriscono in questi casi un rialzo del seno mascellare con innesto osseo. Una volta rimossi i denti nella zona dei premolari si dovranno inserire gli impianti direttamente negli alveoli post-estrattivi, ovvero nelle cavità rimaste dopo l’estrazione dei denti. In questo articolo vedremo dunque quali rischi ci possono essere per i pazineti che hanno un impianto dentale dopo 20 anni e cosa fare in questi casi.
Ponte dentale dopo 20 anni: quali sono i rischi
Nei pazienti che hanno ponte dentale da 20 anni subentrano alcuni problemi e i dentisti cercano, ove possibile, di evitare interventi invasivi come appunto il rialzo del seno mascellare o gli innesti ossei. Una TAC Cone Beam effettuata al paziente consente di valutare la quantità di osso residuo per il posizionamento degli impianti. Dopo l’anestesia locale al paziente che ha ponte dentale da 20 anni vengono estratti i denti residui e vengono inseriti degli impianti negli alveoli post-estrattivi del mascellare. I pazienti che vengono trattati con questa tecnica ottengono diversi benefici come la minima invasività chirurgica, tempi di guarigione ridotti, ottimale guarigione dei tessuti gengivali, assenza di sintomatologia dolorosa post-operatoria e riduzione generale dei rischi chirurgici. In conclusione questi interventi consentono di evitare il rialzo bilaterale del seno mascellare con innesto osseo e di poter accedere a un carico immediato, ovvero in una riabilitazione provvisoria nel giro di poche ore.
Ponte dentale da 20 anni: le diverse tipologie
I ponti dentali servono a ripristinare l’aspetto naturale in caso di perdita dei denti in diverse aree della bocca. Un ponte dentale tradizionale è costituito da 3 o 4 corone consecutive. Affinché un ponte tradizionale sia adatto al paziente, si dovrà avere un dente sano a ciascuna estremità dello spazio vuoto in quanto il dentista fissa le corone al dente o all'impianto dentale ad entrambe le estremità. Quindi, se il ponte è composto da 4 corone, due di esse saranno nel mezzo riempiendo gli spazi mentre il primo e l'ultimo verranno cementati sui denti vicini o sugli impianti. Il tradizionale ponte dentale è più adatto per i denti posteriori. Il ponte dentale del Maryland ha la forma di un dente con metalli su ogni lato che sembrano ali. Il Maryland Bridge riempie un vuoto ed è ancorato ad esso cementando le sue ali alla parte posteriore dei denti adiacenti ad esso. Come con un ponte tradizionale in questo caso si avrà bisogno di denti o di un impianto dentale su ciascun lato dello spazio vuoto. Il ponte Maryland è il migliore per i denti anteriori, che sono visibili quando sorridi. Questo perché non sono abbastanza forti da resistere alla pressione a cui resistono i molari. In un ponte a sbalzo la struttura ha la forma di un dente attaccato a una corona dentale. Il dente riempie uno spazio vuoto ed è ancorato mediante cementazione della corona adiacente ad un dente adiacente o impianto dentale. Il ponte a sbalzo è il migliore per i canini o per i denti adiacenti. Sono adatti solo se ti manca un solo dente. Non funzionano per i denti posteriori perché la pressione e la forza che i molari gestiscono sono immense. In altre parole, un ponte a sbalzo non può resistere a quella forza. La procedura inizia con una valutazione iniziale della salute orale del paziente da parte del dentista. Avere un ponte dentale da 20 anni significa che bisogna andare quanto prima dal dentista per valutare una sostituzione. Un ponte dentale infatti ha una vita utile massima di 15 anni, simile a quella degli impianti dentali. Ma ci sono molti fattori, come cure improprie e scarsa igiene dentale, che possono influenzare la durata di un ponte.
Ponte dentale da 20 anni: la longevità di un ponte dentale
Un ponte dentale ha una vita utile massima di 15 anni, simile a quella degli impianti dentali. Ma ci sono molti fattori, come cure improprie e scarsa igiene dentale, che possono influenzare la durata di un ponte. Un ponte dentale è un trattamento restaurativo che sostituisce i denti mancanti. In questo modo si potranno risolvere molteplici problemi causati dalla perdita dei denti. È difficile standardizzare i costi dei trattamenti con ponti dentali. Questo perché dipenderà dal tipo di materiale scelto, nonché dalla tecnica.