Gonfiore mandibola
In caso di gonfiore mandibola bisogna preoccuparsi? La prima cosa da fare sarà capire quale sia la causa scatenante il disturbo. Sebbene una ghiandola salivare ostruita possa essere la causa dei sintomi, la fonte del problema del gonfiore mandibola spesso e volentieri potrebbe essere anche un altro disturbo. Il trattamento della condizione dipenderà sempre dalla causa sottostante. Il consiglio in caso di mandibola gonfia o di gonfiore mandibola dente dopo intervento il consiglio è quello di fissare un appuntamento con il medico per una valutazione. Una volta individuata la radice del problema, il medico può preparare un piano di trattamento adeguato. Le ghiandole salivari producono saliva che aiuta la digestione e mantiene la bocca umida. Ci sono tre paia principali di ghiandole salivari che si trovano sotto e dietro la mascella: la paratiroide, la sublinguale e la sottomandibolare. Potrebbero esserci anche altre minuscole ghiandole salivari sulle labbra e all'interno delle guance, così come in tutta la bocca e nella gola. Le ghiandole salivari hanno dei piccoli tubuli per il flusso della saliva nella bocca e nella gola.
Gonfiore mandibola: le cause
Come abbiamo già accennato ci sono diverse cause che possono spiegare il gonfiore mandibola. Quando le ghiandole si ostruiscono e la saliva non può fuoriuscire, la persona può avvertire dolore e gonfiore al viso o alla bocca, secchezza delle fauci e difficoltà a deglutire. Inoltre si potrebbero anche avere dei problemi ad aprire la bocca. Se parliamo di gonfiore mandibola dente cariato e disturbi ai nervi possono avere un peso importante e dovrà quindi essere il dentista a fare le giuste valutazioni individuando una terapia diversa per ogni singolo paziente. In alcune persone le sostanze chimiche nella saliva lasciano residui minerali nei dotti salivari, che si accumulano e formano “pietre” con il passare del tempo. Quando le pietre raggiungono una dimensione sufficiente, possono bloccare il dotto salivare e impedire alla saliva di lasciare la ghiandola. Le pietre di solito si formano nei dotti che portano alle ghiandole sottomandibolari, che sono le due ghiandole salivari situate nella parte posteriore della bocca, sotto ciascun lato della mascella. La fibrosi derivante dalla cicatrizzazione dei tessuti dopo una lesione o dall'infiammazione può ostruire la ghiandola salivare o il dotto.
In alcuni casi, il trattamento con iodio radioattivo, comunemente usato per i disturbi della tiroide, può portare a un blocco della ghiandola salivare. D'altra parte, anche un tumore potrebbe essere una delle cause scatenanti del gonfiore mandibola. I tumori si sviluppano all'interno della ghiandola salivare o crescono vicino al dotto salivare e possono ostruire il passaggio della saliva. Un cancro delle ghiandole salivari è raro, poiché i tumori che colpiscono le ghiandole salivari e i dotti, per la maggior parte, non sono cancerogeni. L'infezione delle ghiandole salivari, chiamata scialoadenite, di solito produce sintomi simili a quelli di una ghiandola salivare bloccata. In alcuni casi, un condotto ostruito può contribuire a un'infezione. La disidratazione, nel frattempo, può anche portare a un'infezione delle ghiandole salivari. Quando ci si disidrata, la saliva può diventare densa e scorrere più lentamente del normale, creando un ambiente molto favorevole ai batteri. A parte una ghiandola ostruita o un'infezione, un'altra possibilità è che le ghiandole salivari siano ingrandite. L'allargamento delle ghiandole salivari può essere dovuto a disturbi che colpiscono i nervi che portano ai dotti. Questi disturbi sono talvolta noti come scialoadenosi. In rari casi, una ghiandola salivare ingrossata è il risultato di una malattia autoimmune, nota come sindrome di Sjögren.
Gonfiore mandibola dopo estrazione dente
Dopo gli interventi di chirurgia orale si ha spesso una tumefazione che è normale ed è proporzionale al grado di manipolazione e alla gravità del trauma. In caso di gonfiore mandibola dente dopo intervento si potrà mettere un pacchetto di ghiaccio sulla zona colpita per le prime 24 ore. Il freddo viene applicato con intervalli di 25 minuti ogni ora e, se il gonfiore mandibola non inizia a diminuire, allora potrebbe essere in atto una infezione e bisognerà somministrare un antibiotico. Altro problema post-estrattivo è l’alveolo secco o alveolite post-estrattiva. Si tratta di un dolore molto intenso derivante dall’osso esposto quando il coagulo alveolare si degrada. Sebbene questa condizione sia autolimitante, di solito richiede un intervento. Questo problema colpisce di più i fumatori e i soggetti che assumono contraccettivi orali. L’alveolite post-estrattiva si verifica prevalentemente dopo la rimozione dei molari mandibolari, soprattutto i denti del giudizio. Solitamente il dolore inizia al secondo o terzo giorno post-operatorio. La cavità che deriva dall’alveolite post estrattiva deve essere risciacquata con una soluzione salina o clorexidina. In seguito il dentista dovrà posizionare del materiale palliativo o una striscia di garza iodoformica saturata 1 a 2 con eugenolo e rivestita da un unguento anestetico come la lidocaina. Si dovrà poi sostituire la garza ogni 1-3 giorni. Infine, il gonfiore mandibola può essere dovuto a una ranula, una condizione in cui le secrezioni salivari si raccolgono sotto il rivestimento del pavimento della bocca. Questo è normalmente collegato alle ghiandole sublinguali, sebbene anche le ghiandole sottomandibolari possano essere la fonte.
Gonfiore mandibola: le cause
Come abbiamo già accennato ci sono diverse cause che possono spiegare il gonfiore mandibola. Quando le ghiandole si ostruiscono e la saliva non può fuoriuscire, la persona può avvertire dolore e gonfiore al viso o alla bocca, secchezza delle fauci e difficoltà a deglutire. Inoltre si potrebbero anche avere dei problemi ad aprire la bocca. Se parliamo di gonfiore mandibola dente cariato e disturbi ai nervi possono avere un peso importante e dovrà quindi essere il dentista a fare le giuste valutazioni individuando una terapia diversa per ogni singolo paziente. In alcune persone le sostanze chimiche nella saliva lasciano residui minerali nei dotti salivari, che si accumulano e formano “pietre” con il passare del tempo. Quando le pietre raggiungono una dimensione sufficiente, possono bloccare il dotto salivare e impedire alla saliva di lasciare la ghiandola. Le pietre di solito si formano nei dotti che portano alle ghiandole sottomandibolari, che sono le due ghiandole salivari situate nella parte posteriore della bocca, sotto ciascun lato della mascella. La fibrosi derivante dalla cicatrizzazione dei tessuti dopo una lesione o dall'infiammazione può ostruire la ghiandola salivare o il dotto.
In alcuni casi, il trattamento con iodio radioattivo, comunemente usato per i disturbi della tiroide, può portare a un blocco della ghiandola salivare. D'altra parte, anche un tumore potrebbe essere una delle cause scatenanti del gonfiore mandibola. I tumori si sviluppano all'interno della ghiandola salivare o crescono vicino al dotto salivare e possono ostruire il passaggio della saliva. Un cancro delle ghiandole salivari è raro, poiché i tumori che colpiscono le ghiandole salivari e i dotti, per la maggior parte, non sono cancerogeni. L'infezione delle ghiandole salivari, chiamata scialoadenite, di solito produce sintomi simili a quelli di una ghiandola salivare bloccata. In alcuni casi, un condotto ostruito può contribuire a un'infezione. La disidratazione, nel frattempo, può anche portare a un'infezione delle ghiandole salivari. Quando ci si disidrata, la saliva può diventare densa e scorrere più lentamente del normale, creando un ambiente molto favorevole ai batteri. A parte una ghiandola ostruita o un'infezione, un'altra possibilità è che le ghiandole salivari siano ingrandite. L'allargamento delle ghiandole salivari può essere dovuto a disturbi che colpiscono i nervi che portano ai dotti. Questi disturbi sono talvolta noti come scialoadenosi. In rari casi, una ghiandola salivare ingrossata è il risultato di una malattia autoimmune, nota come sindrome di Sjögren.
Gonfiore mandibola dopo estrazione dente
Dopo gli interventi di chirurgia orale si ha spesso una tumefazione che è normale ed è proporzionale al grado di manipolazione e alla gravità del trauma. In caso di gonfiore mandibola dente dopo intervento si potrà mettere un pacchetto di ghiaccio sulla zona colpita per le prime 24 ore. Il freddo viene applicato con intervalli di 25 minuti ogni ora e, se il gonfiore mandibola non inizia a diminuire, allora potrebbe essere in atto una infezione e bisognerà somministrare un antibiotico. Altro problema post-estrattivo è l’alveolo secco o alveolite post-estrattiva. Si tratta di un dolore molto intenso derivante dall’osso esposto quando il coagulo alveolare si degrada. Sebbene questa condizione sia autolimitante, di solito richiede un intervento. Questo problema colpisce di più i fumatori e i soggetti che assumono contraccettivi orali. L’alveolite post-estrattiva si verifica prevalentemente dopo la rimozione dei molari mandibolari, soprattutto i denti del giudizio. Solitamente il dolore inizia al secondo o terzo giorno post-operatorio. La cavità che deriva dall’alveolite post estrattiva deve essere risciacquata con una soluzione salina o clorexidina. In seguito il dentista dovrà posizionare del materiale palliativo o una striscia di garza iodoformica saturata 1 a 2 con eugenolo e rivestita da un unguento anestetico come la lidocaina. Si dovrà poi sostituire la garza ogni 1-3 giorni. Infine, il gonfiore mandibola può essere dovuto a una ranula, una condizione in cui le secrezioni salivari si raccolgono sotto il rivestimento del pavimento della bocca. Questo è normalmente collegato alle ghiandole sublinguali, sebbene anche le ghiandole sottomandibolari possano essere la fonte.
