Necrosi mandibolare sopravvivenza
Tra le lesioni orali la necrosi mandibolare è una delle più pericolose in quanto coinvolge l’osso mandibolare o mascellare scoperto. Con la necrosi mandibolare sopravvivenza e guarigione sono possibili ma si dovrà andare quanto prima dal dentista per una diagnosi e per sottoporsi ai trattamenti del caso. La osteonecrosi mandibolare potrebbe causare dolore o essere asintomatica a seconda dei casi. Tipicamente la diagnosi viene fornita dopo la presenza dell’osso esposto per circa 8 settimane e il trattamento, come vedremo, consiste in sbrigliamento e somministrazione di antibiotici.
Possiamo comunque parlare di osteonecrosi della mandibola come di una lesione orale che coinvolge mandibola e osso mascellare. Questa patologia potrebbe verificarsi spontaneamente oppure dopo estrazioni dentarie o traumi. Una delle possibili cause come vedremo potrebbe essere la somministrazione di farmaci bifosfonati. Nei prossimi paragrafi cercheremo di capire quali sono i sintomi e come avviene la diagnosi.
Necrosi mandibolare sopravvivenza: cosa sapere
I bifosfonati sono dei farmaci che vengono utilizzati da tempo come inibitori del riassorbimento osseo in diversi pazienti che hanno mieloma multiplo, metastasi ossee e osteoporosi. Negli ultimi anni sono stati segnalati diversi casi in cui questi bifosfonati sono stati individuati come associati alla formazione della necrosi mandibolare. La necrosi mandibolare si manifesta selettivamente nelle ossa mascellari e mandibolari e potrebbe essere la conseguenza di alcune condizioni del cavo orale con microtraumi legati alla masticazione e fenomeni infettivi legati alla contaminazione microbica.
Anche per questo le estrazioni dentarie sono le principali indiziate in quanto prevedono un’azione traumatica a carico dell’osso associata spesso e volentieri a fenomeni infettivi. Alcuni casi di osteonecrosi si verificano anche a seguito di detartrasi o parodontite cronica. Quanto più sarà ampia la durata della cura con bifosfonati, quanto maggiore sarà anche il rischio di osteonecrosi.
Necrosi mandibolare sopravvivenza: la diagnosi
Con la necrosi mandibola si sopravvive ma sarà essenziale procedere per tempo con la diagnosi. La presentazione clinica di questa patologia è variabile con i sintomi che potrebbero comparire solo dopo diverso tempo. Spesso però sintomi come dolore, mobilità dei denti e ulcerazioni delle mucose possono fare la loro comparsa prima. In alcuni casi potrebbero anche comparire fistolizzazioni intra o extra-orali, soprattutto in caso di sovrainfezione di mascella e mandibola. I pazienti che hanno un interessamento mandibolare potrebbero anche sviluppare sinusite cronica anche senza fistolizzazione. Lo specialista dovrà compiere una diagnosi differenziale che comprende l’alveolite secca, la sinusite, gengiviti e periodontiti oltre che forme di displasia del cemento osseo.
Necrosi mandibolare sopravvivenza: trattamenti
La necrosi mandibolare dovrà essere trattata per tempo con delle terapie di tipo conservativo e con la scrupolosa cura dell’igiene orale. In caso di necrosi mandibolare sopravvivenza e guarigione sono possibili ma lo specialista dovrà procedere con l’eliminazione delle patologie dentali e con un trattamento antibiotico locale e sistemico. Si dovrà ricorrere alla terapia chirurgica solamente se la malattia peggiora o se il dolore dovesse diventare intollerabile. La terapia chirurgica comunque consente la necrosi mandibolare sopravvivenza e consiste in una resezione estesa delle porzioni ossee che sono state interessate dalla lesione. In questo modo lo specialista farà emergere osso sano e sanguinante e procederà con lo smussamento di tutte le sue porzioni appuntite e con la sutura dei tessuti molli.
In conclusione l’osteonecrosi mandibolare si verifica quasi esclusivamente nei pazienti oncologici metastatici in terapia con alte dosi di anti-riassorbitivi. Si tratta di pazienti che, senza queste terapie, potrebbero andare incontro a problemi molto seri. Questi farmaci riducono di molto i rischi anche se emerge il rischio dell’osteonecrosi mandibolare.
Necrosi mandibolare sopravvivenza: fattori di rischio
I pazienti che sono maggiormente soggetti a questo genere di patologie sono quelli affetti da patologia oncologica. I pazienti affetti da una patologia osteometabolica in terapia con farmaci ad attività anti-riassorbitiva sono di solito meno a rischio di sviluppare la necrosi mandibolare da farmaci rispetto ai pazienti oncologici. In generale comunque le condizioni sistemiche o acquisite che alterano il metabolismo dell’osso dovrebbero essere considerate come co-fattori nell’insorgenza della necrosi mandibolare farmaco-relata. Abbiamo poi anche dei fattori di rischio locali come ad esempio quelle condizioni fisiologiche e patologiche che vanno a compromettere uno stato di salute ottimale a livello dento-parodontale. In sostanza sono problemi che rendono le ossa mascellari più suscettibili alle infezioni o alle sollecitazioni meccaniche.
Necrosi mandibolare sopravvivenza: le strategie
Bisognerebbe cercare di lavorare sulla prevenzione andando a controllare per quanto possibile i fattori di rischio. Il paziente dovrà poi anche essere informato del rischio di questa patologia e correttamente informato sulle sue manifestazioni cliniche così da riconoscerne per tempo i sintomi e andare quanto prima dallo specialista. Il paziente dovrà anche sapere alla perfezione come curare la propria igiene orale eliminando del tutto dalla dieta bevande zuccherate e sottoponendosi a regolari controlli dentistici. Insomma, la prevenzione è un’arma importante e consiste anche nell’intercettare per tempo tutti i segni clinici primari e secondari che possono essere associati agli stradi precoci della malattia.
Possiamo comunque parlare di osteonecrosi della mandibola come di una lesione orale che coinvolge mandibola e osso mascellare. Questa patologia potrebbe verificarsi spontaneamente oppure dopo estrazioni dentarie o traumi. Una delle possibili cause come vedremo potrebbe essere la somministrazione di farmaci bifosfonati. Nei prossimi paragrafi cercheremo di capire quali sono i sintomi e come avviene la diagnosi.
Necrosi mandibolare sopravvivenza: cosa sapere
I bifosfonati sono dei farmaci che vengono utilizzati da tempo come inibitori del riassorbimento osseo in diversi pazienti che hanno mieloma multiplo, metastasi ossee e osteoporosi. Negli ultimi anni sono stati segnalati diversi casi in cui questi bifosfonati sono stati individuati come associati alla formazione della necrosi mandibolare. La necrosi mandibolare si manifesta selettivamente nelle ossa mascellari e mandibolari e potrebbe essere la conseguenza di alcune condizioni del cavo orale con microtraumi legati alla masticazione e fenomeni infettivi legati alla contaminazione microbica.
Anche per questo le estrazioni dentarie sono le principali indiziate in quanto prevedono un’azione traumatica a carico dell’osso associata spesso e volentieri a fenomeni infettivi. Alcuni casi di osteonecrosi si verificano anche a seguito di detartrasi o parodontite cronica. Quanto più sarà ampia la durata della cura con bifosfonati, quanto maggiore sarà anche il rischio di osteonecrosi.
Necrosi mandibolare sopravvivenza: la diagnosi
Con la necrosi mandibola si sopravvive ma sarà essenziale procedere per tempo con la diagnosi. La presentazione clinica di questa patologia è variabile con i sintomi che potrebbero comparire solo dopo diverso tempo. Spesso però sintomi come dolore, mobilità dei denti e ulcerazioni delle mucose possono fare la loro comparsa prima. In alcuni casi potrebbero anche comparire fistolizzazioni intra o extra-orali, soprattutto in caso di sovrainfezione di mascella e mandibola. I pazienti che hanno un interessamento mandibolare potrebbero anche sviluppare sinusite cronica anche senza fistolizzazione. Lo specialista dovrà compiere una diagnosi differenziale che comprende l’alveolite secca, la sinusite, gengiviti e periodontiti oltre che forme di displasia del cemento osseo.
Necrosi mandibolare sopravvivenza: trattamenti
La necrosi mandibolare dovrà essere trattata per tempo con delle terapie di tipo conservativo e con la scrupolosa cura dell’igiene orale. In caso di necrosi mandibolare sopravvivenza e guarigione sono possibili ma lo specialista dovrà procedere con l’eliminazione delle patologie dentali e con un trattamento antibiotico locale e sistemico. Si dovrà ricorrere alla terapia chirurgica solamente se la malattia peggiora o se il dolore dovesse diventare intollerabile. La terapia chirurgica comunque consente la necrosi mandibolare sopravvivenza e consiste in una resezione estesa delle porzioni ossee che sono state interessate dalla lesione. In questo modo lo specialista farà emergere osso sano e sanguinante e procederà con lo smussamento di tutte le sue porzioni appuntite e con la sutura dei tessuti molli.
In conclusione l’osteonecrosi mandibolare si verifica quasi esclusivamente nei pazienti oncologici metastatici in terapia con alte dosi di anti-riassorbitivi. Si tratta di pazienti che, senza queste terapie, potrebbero andare incontro a problemi molto seri. Questi farmaci riducono di molto i rischi anche se emerge il rischio dell’osteonecrosi mandibolare.
Necrosi mandibolare sopravvivenza: fattori di rischio
I pazienti che sono maggiormente soggetti a questo genere di patologie sono quelli affetti da patologia oncologica. I pazienti affetti da una patologia osteometabolica in terapia con farmaci ad attività anti-riassorbitiva sono di solito meno a rischio di sviluppare la necrosi mandibolare da farmaci rispetto ai pazienti oncologici. In generale comunque le condizioni sistemiche o acquisite che alterano il metabolismo dell’osso dovrebbero essere considerate come co-fattori nell’insorgenza della necrosi mandibolare farmaco-relata. Abbiamo poi anche dei fattori di rischio locali come ad esempio quelle condizioni fisiologiche e patologiche che vanno a compromettere uno stato di salute ottimale a livello dento-parodontale. In sostanza sono problemi che rendono le ossa mascellari più suscettibili alle infezioni o alle sollecitazioni meccaniche.
Necrosi mandibolare sopravvivenza: le strategie
Bisognerebbe cercare di lavorare sulla prevenzione andando a controllare per quanto possibile i fattori di rischio. Il paziente dovrà poi anche essere informato del rischio di questa patologia e correttamente informato sulle sue manifestazioni cliniche così da riconoscerne per tempo i sintomi e andare quanto prima dallo specialista. Il paziente dovrà anche sapere alla perfezione come curare la propria igiene orale eliminando del tutto dalla dieta bevande zuccherate e sottoponendosi a regolari controlli dentistici. Insomma, la prevenzione è un’arma importante e consiste anche nell’intercettare per tempo tutti i segni clinici primari e secondari che possono essere associati agli stradi precoci della malattia.